Nella mia pratica personale, che ho affinato nel corso di decenni grazie al supporto della presenza costante di maestri realizzati, ho sempre fatto riferimento alla pratica del Sankalpa.
Il termine sanscrito che significa risoluzione, intenzione, è particolarmente ricorrente all’inizio di ogni nuovo anno.
Per chi ha già una propria affermazione interiore è il momento di fare delle verifiche e valutare se mantenerla nella forma attuale o renderla più attuale in base ai cambiamenti avvenuti.
E proprio in base alla mia esperienza personale vi suggerisco qualche spunto per riattivare questa pratica in modo efficace e risolutivo per vantaggio proprio e altrui.
Scrivete alcune frasi brevi e chiare, al tempo presente, il più specifiche possibili. Presupposti essenziali per creare l’orientamento positivo verso ciò che si vuole manifestare o diventare.
Dopo una sessione di rilassamento o di concentrazione, provare a ripeterle ad alta voce alcune volte e accorgersi della risonanza che sono in grado di produrre, non solo mentalmente ma soprattutto interiormente. Si può percepire una sorta di autoattivazione, un collegamento di forze separate che iniziano a confluire proprio nella direzione voluta.
Un esempio potrebbe essere:
Sono in grado di esprimere gioia e vitalità in ogni momento.
Una volta fatta la vostra scelta avrete la possibilità di interrare e nutrire un seme che genererà i frutti desiderati e molto altro.
Rimaniamo aperti nella prospettiva della trasformazione e del cambiamento al di là del legittimo bisogno di programmare e controllare.
Questo nutrimento avverrà sia nella pratica silenziosa e contemplativa ma anche nel riferimento mentale ricorrente nel nostro quotidiano, per renderci conto si ci stiamo allontanando troppo dalla nostra natura, dalle nostre necessità interiori.
Unendo volontà e sentimento rinforziamo i muscoli della presenza spirituale che è la linfa del nostro essere.
Un bene che possiamo donare all’umanità sta proprio nel migliorarci giorno dopo giorno, sentirci parte attiva nel tutto che ci accoglie.
Una pratica aggiuntiva e non marginale potrebbe essere il gesto di Sankalpa Mudra: unire le mani nel gesto di preghiera lasciando uno spazio tra i due palmi, le dita devono rimanere a contatto. Portandole all’altezza del cuore, alimentiamo il nostro intento con la volontà e il sentimento.