Per chi non è viaggiatore per vocazione, quindi già preparato e strutturato circa la complessità dell’organizzazione di un viaggio, si avvicina l’ora in cui toccherà decidere quando, dove e per quanto andare in vacanza. In teoria si tratterebbe di vacare, senza pensieri, per interrompere l’andatura standard della routine, la ripetitività dei percorsi fisici e mentali del quotidiano. In pratica succede invece che si passi da una frenesia all’altra, entrando senza soluzione di continuità in una situazione diversa ma altrettanto stressante.
E’ difficile decidere il luogo, sia per il complicarsi dell’entrare e uscire da vari paesi, inventarsi un budget, scegliere tra la marea di offerte del web che promettono meraviglie a prezzi imbattibili. Mettere d’accordo gli eventuali partecipanti all’avventura.
Arrivati poi alla meta ci si deve armonizzare col clima, il cibo, la lingua, il budget e magari il fuso orario. Minimo un paio di giorni di assestamento prima di renderci conto che… siamo in vacanza! Iniziamo a sentirci a nostro agio e finalmente abbiamo staccato da pensieri e preoccupazioni quando è giunta l’ora di rientrare.
Il modo in cui viviamo, l’atteggiamento rispetto al nostro stile di vita, ci porta a enfatizzare le aspettative di quel fatidico momento in cui potremo dimenticare tutto e tutti e raggiungere quella serenità che ci meritiamo. Magari la felicità!
Poi guardiamo nostalgici le foto delle vacanze di anni prima, sorridenti, abbronzati, mentre in realtà eravamo super agitati e stressati.
Di quella situazione ci piace il contorno, l’idea di un altrove di pace fisica e mentale desiderabile quanto astratta.
Per chi pratica la meditazione, quell’altrove che ci permette di allentare la presa sull’attaccamento all’agire finalizzato e sull’efficienza a ogni costo, è a portata di mano, a costo zero. Con la pratica dell’attenzione, della consapevolezza, c’è la possibilità di creare un margine di vacanza ogni volta che riteniamo compiuta un’azione e ci concediamo una pausa. Bisognerebbe cercare di disabituarsi al continuo bisogno di intrattenimento e accettare un iniziale sforzo di volontà per disciplinarsi e creare dei momenti di inattività temporanea, di svuotamento dalle tensioni per poter rinnovare la carica e le motivazioni per operare di più e meglio.
Scoprendo i vantaggi di una vacanza fisica e mentale quotidiana il sacrificio iniziale verrà spontaneamente sostituito dalla piacevolezza di organizzare meglio il proprio tempo.
Viaggio da decenni per studio e per lavoro, col tempo sono riuscita a essere meno ansiosa e organizzarmi meglio per alleggerire e semplificare. Viaggiare mi è servito anche a questo, a essere aperta al cambiamento e alla trasformazione. A un certo punto si deve mollare tutto e partire. Non sempre le mete corrispondono alle aspettative, spesso succede esattamente il contrario. Bisogna sapersi adattare. Esperienze che col tempo migliorano la nostra capacità di inventare soluzioni e rimanere vigili, creativi.
Il mio consiglio: perché non dedicare del tempo alla meditazione e approfittare delle vacanze per fare un’esperienza residenziale in un luogo di pace e tranquillità?
Siete curiosi di scoprire la bellezza di nuove mete…interiori?