Quasi sempre, per non dire sempre, quando si parla di attività fisica, sport, benessere, yoga, ci si rivolge a un pubblico normodotato, di età media, benestante. Basta vedere le immagini che accompagnano gli articoli che descrivono nuove tecniche per dimagrire, cibi particolarmente bio, copertine di riviste con giovani modelle in posizioni che richiedono una mobilità impossibile per la gran parte dei lettori. Infortunati, anziani, diversamente abili si vedono solo occasionalmente, magari in occasione di speciali campagne di sensibilizzazione o per pubblicizzare apparecchiature.

Sfogliando nel mio archivio ho trovato una foto recente della mia prima maestra di yoga. Si chiama Maria Rosa, ha ottantacinque anni ed è la mia mamma.

Quando ero piccola ha fatto il possibile per trasmettermi la sua idea di armonia e bellezza; sono cresciuta vedendola fare molti sacrifici, ma sempre con energia e forza di volontà. Ha lavorato nell’alta moda e ha sempre praticato lo yoga che l’ha aiutata in tempi difficili a superare momenti di depressione e anche difficoltà finanziarie.

Ancora oggi, dopo che gli anni non le hanno risparmiato diversi acciacchi, continua a praticare regolarmente gli esercizi che si sente di fare, per continuare a essere autonoma fisicamente e mentalmente il più a lungo possibile.

Ed è proprio la disciplina a permetterle di convivere al meglio con un corpo che col tempo la mette in difficoltà, limitandola nei movimenti e nella resistenza.

Rallento e mi ascolto, quando le dico che fa troppo, che dovrebbe farsi aiutare.

Il nostro rapporto di madre e figlia è naturalmente conflittuale, ma riconosco che i suoi insegnamenti mi sono stati e sono tuttora i migliori che potessi avere.

Eccola nella foto mentre pratica con il gatto Vittorio.