Uno degli insegnamenti più ricorrenti che ho letto, ascoltato, sperimentato e condiviso, nei decenni di frequenza professionale e personale con la mia amica e maestra Carla Perotti, riguarda la pratica del servizio. Nel senso di applicarsi in modo deliberato e gratuito per il bene altrui.
Il senso della vita per un essere umano si forma nel servizio, ha ripetuto in varie occasioni dimostrandolo in tantissimi modi con la generosità che la faceva essere così speciale. Ora, ne parlo perché a tutti può capitare di avere bisogno di aiuto, in certe situazioni in modo particolare, ed è proprio in quel momento che ci rendiamo conto di come gli altri molto spesso non sappiano cogliere i nostri bisogni. Per aiutarci, ascoltarci, confortarci. Riducendo questo tema a qualche breve e del tutto personale considerazione, legata a quello che ho studiato e vissuto, consiglio a chi ha bisogno di aiuto di allenare queste due facoltà. La prima è imparare a chiedere umilmente e molto chiaramente ciò di cui si ha bisogno. Probabilmente se non riusciamo a farlo, non è un vero bisogno, oppure il nostro ego ci fa soffrire la condizione del chiedere. Del tutto umana e legittima.
Qualunque sia la richiesta, sarà il destinatario a valutare se e come potrà essere d’aiuto, declinando in vario modo o facendo una proposta più o meno adeguata. La seconda è non avere aspettative dalle persone che già sappiamo non essere di cuore, disponibili, empatiche. Chi frequentiamo di solito? Sappiamo ancora cosa vuol dire condividere, partecipare? Coltivare rapporti non solo di lavoro, di studio, di forma, o per tamponare il nostro senso di vuoto e non sentirci soli? Difficile trovare qualcuno intorno quando le cose girano male, quando sei in sofferenza e il tuo status perde smalto. Non serviamo più, dietro al ruolo che rappresentiamo, il nostro se’ non è rilevante, come fosse scorporato. Invertendo i ruoli, consiglio pratico: quando qualcuno che conosci non sta bene, non limitarti a dirgli se hai bisogno fammi sapere, ma immedesimati e partecipa empaticamente.
FAI qualcosa. Per esempio sii presente, se possibile di persona. Anche a mani vuote, in un momento che pensi non inopportuno. Il resto viene dopo, perché il servizio, come la gratitudine non si possono esprimere a parole ma con gesti appropriati. In sanscrito Karma vuol dire azione, e per attirare abbondanza e prosperità occorre generare Good Karma compiendo azioni di servizio disinteressato. Si avvicina il Natale, buon allenamento!