Storia degli incontri felici di una vita alla ricerca della Luce interiore
di Carla Perotti
…La mia vita è stata lunga, e come tutte le vite è stata vestita di dolori e di felicità, ma nell’insieme è stata splendida perché verso i quarant’anni ho imparato finalmente a guardare come stanno le cose senza lasciarmi annegare nelle situazioni. Il libro mi è sceso da solo stavo per dire “dalla penna”, invece è sceso sul computer come se fossi ancora giovane e fossi in grado di imparare tutto questo “hi tech” che ci circonda. Per questo mi è venuta voglia di scrivere e raccontare, e far saltar fuori dalla memoria del cuore le dolci persone che mi hanno accompagnata nella vita, come potranno fare coloro che leggeranno questo libro, in modo da allestire insieme una specie di festa universale. Proprio come accade a Sadhana, quando ci diamo la mano e muoviamo le braccia in su e in giù, e ripeschiamo il bambino che sta dentro di noi. Un bambino che ha voglia di giocare, e di scoprire che la vita è una “lila”, una danza che il Signore balla con noi. …
Ho scelto di presentare questo libro perché è sicuramente quello al quale sono più legata. Ne ho sentito parlare da Carla quando iniziavano ad affiorare ricordi sempre più vividi che sentiva il bisogno di fissare, per poi trasmettere a noi allievi lettori, anzi ascoltatori, delle pagine che lei stessa ci leggeva a lezione. Scriveva la mattina molto presto, e alla lezione delle otto alla quale in quel periodo partecipavo con una certa assiduità, era già pronta una nuova cartella, che ci proponeva come spunto di riflessione durante la pratica. Nelle sue lezioni, sempre accuratamente preparate, la parola e il gesto sono sempre state solidali, complici, e per noi che l’abbiamo conosciuta, leggendo le sue parole, possiamo vedere l’eleganza dei suoi gesti lenti e precisi, la vivacità dei suoi occhi e l’immaginario denso di pace e energie salvifiche.
Per chi non ha avuto modo di conoscerla, in queste pagine Carla si rivela attraverso i suoi maestri, intesi in accezione estesa. Maestri in carne e ossa, spiriti guida, fatti infausti e felici che hanno rappresentato punti di svolta e dure scalate di consapevolezza.
Sarà stimolante seguire il filo di questa ghirlanda luminosa che percorre in senso letterale il corso di una vita, che appassionerà non solo gli adepti dello yoga ma gli storici, gli amanti della narrativa, chi ha la sensibilità di apprezzare le testimonianze di chi ha il dono di osservare l’ordinario con occhi e cuore straordinari.
Una bambina si affaccia alla realtà in condizioni di privilegio culturale e di rango, ma una madre colta, intelligente e anticonformista le insegna a agire sempre in modo che i frutti possano essere condivisi. Madre e maestra, decisa e amorevole, che comparirà lungo tutto il libro in diverse prospettive. Un padre medico, dalla personalità magnetica, cura malati anche gravissimi, i primi incontri ravvicinati con la sofferenza e con la vocazione per la guarigione.
Gustavo Rol, il grande e controverso personaggio amico di famiglia, rappresenta il primo vero sguardo sul confine tra reale e immaginario. A questo maestro dedicherà nel 2013 il libro GUSTAVO ROL. Il mio primo maestro.
Due poesie dedicate all’istitutrice fräulein Liesel e a Virginia Galante Garrone appaiono come preziose perle tra le parole in prosa.
I tempi sono quelli delle atrocità della guerra, del razzismo, della povertà. In Carla matura una profonda sete di conoscenza che la accompagnerà per tutta la vita. Credo che tutti gli incontri descritti in questo repertorio iniziatico siano stati così potenti proprio perché vivificati dalla sua stessa energia che la conduceva direttamente all’essenza delle situazioni e degli individui. Con atteggiamento aperto, mai giudicante.
È la primissima netta impressione che ebbi quando la incontrai la prima volta, ai tempi ero danzatrice, per partecipare a una sua lezione. Avevo davanti una persona speciale che per la mia vita interiore sarebbe stata determinante, per cercare di avvicinarmi al suo sapere ho dovuto fare tantissima strada. Mi sono sentita capita, apprezzata, sostenuta durante la mia lunga e sofferta ricerca. Mi scuso per le ricadute sul personale ma Carla ha lasciato il corpo fisico troppo di recente, e l’emozione di parlarne verso un’altra dimensione mi confonderà credo ancora per molto tempo.
Lo yoga diventa il punto di unione delle sue tensioni morali, spirituali, mediche, estetiche, relazionali grazie all’incontro con un maestro che aveva iniziato a tenere delle lezioni per alcuni adepti proprio a Torino, George Dharmarama. E con un piccolo gruppo di praticanti nascerà il centro yoga Sadhana, allora Centro di cultura italo-indiano nei primi anni sessanta. La potenza di quegli inizi e il lungo costante operato di Carla, i maestri che nel Centro hanno insegnato e praticato, permettono ancora oggi di percepirne le benefiche vibrazioni, grazie anche ai corsi degli allievi che sanno mantenere vivo lo spirito originario.
Jean Klein è il maestro di cui Carla ha parlato di più, che ha citato più spesso e al quale ha dedicato il bellissimo libro del 2016 INCONTRARE SÉ STESSI. Jean Klein, un maestro per la vita.
Incontro che descrive come un raro privilegio nella vita di un essere umano.
Perfettamente immobile, il maestro abitava l’anello senza tempo della perfezione…come se alla sua presenza prendessero a funzionare le leve di una tastiera interiore e questa trovasse la risposta oltre la durata, attraverso l’altissima velocità di un meccanismo astrale.
Si sente quanto Klein sia stato una fonte di grande nutrimento interiore, intellettuale, e il suo lavoro sul corpo le fosse particolarmente congeniale. Uno yoga elegante, più che eseguito percepito, vibrante, energia che interagisce con lo spazio.
La gratitudine verso tutti gli insegnamenti ricevuti, interiorizzati e dispensati generosamente a allievi e lettori, si sente nelle pagine in cui parla della malattia e delle strade della guarigione. Malattia intesa come opportunità, altra manifestazione del maestro che si può manifestare solo a chi è pronto per ricevere e cambiare.
Ho avuto il privilegio di presentare con Carla questo prezioso libro in diverse occasioni, ogni momento di incontro con le persone era per lei una festa. E anche per i fedelissimi che negli anni sono aumentati esponenzialmente, perché in sua presenza ci si nutriva delle sue parole, della sua infinita sapienza nello sceglierle in un suo originalissimo vocabolario astrale, e ancor di più negli spazi di silenzio, quei preziosi momenti di sospensione dal mentale nei quali ci ha indicato la strada per cercare noi stessi.
…Ora che ho raggiunto l’età in cui in tram mi lasciano il posto e l’autista del taxi scende talvolta a liberarmi del “bagaglio sciolto” che è la mia specialità, mi sembra giusto prepararmi a lasciare la terra con spirito di ringraziamento, scusandomi con i miei insegnanti per non avere subito inteso o seguito le loro istruzioni, ciò che deve averli un poco addolorati. Molti di loro sono già partiti per l’Al-di-là, io me lo vedo come un giardino bellissimo, con i quattro fiumi dei quali parla la Tradizione, i fiori e le piante bagnate equamente dallo Spirito Santo, e anche quando i gelsomini sono in piena fioritura il mio professore d’inglese non starnuta, nessuno s’inciampa in un gradino, le rose hanno spine gentili che suonano come arpe quando le sfiori. Una pace meravigliosa. Un luogo non-luogo in cui si può parlare di vacuità perché non si trova da nessuna parte l’essenza delle cose, anche se i nostri corpi di sogno dondolano sulle altalene colorate dello spirito.
Questo volevo dirvi, con amore e con riconoscenza.
Ed. Libreria Editrice Psiche Torino
2008
165 pagine 15 euro