Un nuovo inizio di stagione è il momento propizio per aggiornare i propri propositi e rimanere in ascolto  delle proprie esigenze in continuo mutamento come le diverse condizioni ambientali.

A questo proposito sappiamo che il Sankalpa è quel modo di concentrazione attorno al quale si possono indirizzare le energie di ogni singola pratica per sommarne nel tempo i benefici e prosperare nel flusso e nella consapevolezza.

L’Ayurveda e lo yoga ci insegnano che il microcosmo (noi stessi) e il macrocosmo (l’universo nel quale fluttuiamo) coincidono nella loro struttura essenziale composta da una combinazione di elementi costitutivi: terra, acqua, fuoco, aria, spazio.

Questo significa che gli aspetti da curare sono molteplici, una pratica limitata e superficiale non corrisponde alla profondità delle implicazioni di uno studio autentico delle due discipline dalle finalità sinergiche.

E’ sempre utile riprendere la lettura degli Yogasutra di Patanjali, un testo molto sintetico dalle infinite suggestioni e implicazioni esistenziali.

196 aforismi suddivisi in quattro capitoli che hanno generato fiumi di commentari redatti nei secoli da autori dalle più diverse appartenenze religiose e filosofiche. Un testo trasversale che riprendo a ogni ciclo di Formazione per trovare ogni volta un nuovo orizzonte di temi.

Leggere i testi classici è indispensabile per cogliere aspetti sempre più sottili che ci aiutano ad affrontare la complessità del quotidiano in modo attivo, per non lasciarci indebolire fisicamente, mentalmente e spiritualmente con un atteggiamento distratto e passivo. Non è facile sapersi rimotivare giorno dopo giorno,

le distrazioni sono continue e invasive con un conseguente impoverimento dell’attenzione verso la necessità di un atteggiamento deciso e proporzionato rispetto agi eventi che si susseguono. La lettura e la rilettura sono una risorsa preziosa per avere sempre a portata di mano una bussola per mentalizzarci e ricalcolare nuovi percorsi.

Con l’augurio di riprendere con vigore e determinazione la pratica, riporto i versetti 13 e 14  estratti dal primo capitolo:

La pratica è l’esercizio ripetuto delle tecniche che portano a stabilizzare la trascendenza dei vortici della mente.

La pratica diventa stabile quando è stata esercitata per lungo tempo, ininterrottamente e con sincera devozione.