Questa è una bella storia, una storia vera.
Ve la racconto volentieri perché mi riguarda.

Ho la fortuna di continuare a fare con successo il lavoro che amo, ciò per cui mi sento realizzata e utile al prossimo, malgrado l’enorme impegno della gestione della mamma che dura da molto tempo, 94 anni e numerose criticità, nella misura della disabilità certificata più grave.
Questo lungo arco include la rivoluzione della pandemia, che ha distrutto irrimediabilmente secondo gli schemi precedenti, una cospicua parte del mio impianto didattico e relazionale, costruito in un trentennio di importanti investimenti pecuniari e personali.
Mi sono ritrovata davanti a uno schermo e spesso ci sono ancora oggi.
Per essere positivi: opportunità che posso nascere dalle restrizioni.

Su questo sfondo, ho operato al massimo delle mie capacità per offrire a clienti e studenti il migliore supporto, ancor più valido grazie alla mia esperienza quotidiana diretta e al confronto con eccellenti professionisti nel campo della prevenzione e della cura.

Oltre ai farmaci, sappiamo che per una persona sofferente è indispensabile creare un campo che consenta alle migliori energie di concentrarsi e attivare risposte positive, soprattutto del sistema immunitario e del sistema nervoso.
Oltre all’Aromaterapia scientifica, di cui parlerò in modo diffuso, un momento significativo di questo percorso di sperimentazione personale è stato l’utilizzo della Doll Therapy, il sollievo e il conforto di tenere tra le braccia e occuparsi per esempio di un orsacchiotto, nel nostro caso Tommy, che la mamma abbraccia da anni ogni volta che va a dormire e che è stata con lei in ospedale proprio fino a qualche giorno fa.
L’interazione si fa sempre più lieve, come la sua presenza e la vigilanza che sfumano giorno dopo giorno, ma rimane un punto di contatto che mantiene un significato emotivo rilevante.

Un altro importante sollievo, una distrazione dal male e dalle preoccupazioni era nel vedere video di animali, che suscitavano immediatamente il sorriso e l’empatia. Abbiamo così invitato amici col loro quadrupede e il risultato è stato eccezionale: la mamma parlava con un vocabolario che era scomparso da anni, a causa dell’ictus che l’ha colpita nella vocalità.

Animata da questi successi e dalla curiosità che non mi è mai mancata, ho deciso di partecipare a un corso di IAA, Interventi Assistiti con Animali, la cosiddetta Pet Therapy.

La fortuna mi ha assistita nuovamente e ho avuto modo di interagire con colleghi già esperti in campo terapeutico e pedagogico animati da un entusiasmo che mi ha contagiata, e da qui, diciamo dal nulla o per caso, è apparsa nei miei pensieri e nei sogni, come in uno scenario psicomagico, la presenza di un cane che mi girava intorno e mi seguiva ovunque, allegro e energetico, positivo e entusiasta. Non ho mai avuto cani e quindi nessuna esperienza specifica.

Potremmo fare numerose citazioni, Wittgenstein, Freud, sul potere terapeutico del ridere per spostare l’attenzione dalla sofferenza. Swami Sivananda, a proposito del Karma yoga, la pratica spirituale dell’azione disinteressata, scriveva che le prime cure che dispensava al mattino erano per gli animali che gravitavano nell’Ashram.

Ho intuito che per fare il passo concreto e trovare il cane che mi stava aspettando da qualche parte, avrei trovato l’ispirazione profonda e direi anche il coraggio, rievocando temi delle conversazioni con Cristóbal Jodorowsky che ho frequentato intensamente proprio durante la pandemia, purtroppo scomparso prematuramente.
In questo link, un episodio del mio Podcast Corpi Speciali in cui conversiamo su questi temi.

Cristóbal Jodorowskj, scrittura, spettacolo, psicomagia e psicogenealogia.

Per sopportare la desolazione del presente può essere di aiuto o risolutivo un atto psicomagico:
un’azione ricca di significato simbolico e paradossale creata per creare una connessione diretta con le energie più profonde.
Si stava concretizzando la presenza di un cane!

Ma scegliere di assumersi la responsabilità di un animale comporta spese, impegno costante, fatica, cambiamento delle proprie abitudini, empatia. Requisiti che comportano una sterzata fuori dalla propria routine, – che nella mia condizione attuale non posso definire comfort zone. E riserve di cui non credevo di essere in grado di disporre.

La storia continua con una serie di casualità e coincidenze e culmina il 25 luglio scorso quando con la mia amica Francesca siamo andate a prendere Roxy Maria, che ho chiamato così dal nome della mamma, Maria Rosa.
Una rivoluzione energetica e organizzativa in una sorda estate cittadina in cui ci occuperemo di cura e crescita, passeggiate e terapie, una inversione di marcia rispetto alla durezza del quotidiano, verso i migliori imprevisti.
Gioie e tristezze, è la vita. Molte, molte gioie!

E anche un profilo Instagram dedicato a chi vuole scoprire di più sul potere della cura insieme agli animali.
@midnight_roxy_maria_slicey

Vi auguro una buona estate!